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1) Dizion. 5° Ed. .
FICO.
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» FICO.
FICO.
Definiz: Sost. masc. Albero fruttifero, del quale si conoscono moltissime specie. Ha il legno tenero, la scorza liscia e di color cenerognolo o bigiastro, e le foglie grandi, e di un verde carico nella parte di sopra. I frutti di esso, disposti lungo i rami, hanno la forma o di una pera un po' bislunga, o di un globo alquanto depresso, la buccia di color vario secondo la specie, e la polpa tenerissima, molto dolce, piena di piccoli granelli, e più o meno rossiccia. È la ficus carica dei Botanici.
Dal lat. ficus. –
Esempio: Nov. ant. B. 78: Vide in su la cima d'un fico un bello fico maturo.
Esempio: Dant. Inf. 15: Tra gli lazzi sorbi Si disconvien fruttare al dolce fico (qui in locuz. figur.).
Esempio: Pallad. Agric. 157: Ne' luoghi caldi la pianta del fico barbata si pogna del mese di novembre; ne' luoghi temperati, nel mese di febbraio; ne' freddi, meglio si pone di marzo e di febbraio. E se vuogli porre i talli de' fichi, ovvero le vette, pongli del mese d'aprile all'uscita, quando egli hanno 'l sugo più verde.
Esempio: Uff. Cast. Fort. Fir. 72 t.: Anche di tagliare fichi, alberi e frutti che sono in sulla carbonaia.
Esempio: Bocc. Decam. 6, 132: Erano queste piagge.... di ciriegi, di fichi e d'altre maniere assai d'alberi fruttiferi piene.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 159: Egli era l'altro dì un giovanotto su uno mio fico, e facevami danno, cogliendo ec.
Esempio: Castigl. Corteg. V. 146: Lamentandosi un marito molto, e piangendo sua moglie, che da sè stessa s'era ad un fico impiccata, un altro se gli accostò ec.
Esempio: Mattiol. Disc. 1, 310: Il fico.... rare volte produce il piede dritto; vestesi di bianca corteccia, tutta piena di latte, al gusto costrettivo, acuto, amaro, di modo che può ulcerare la carne, applicandovisi sopra. La materia del legno è bianca, fongosa, e tenace come di vite, e però è ottima per far gli scudi e le rotelle.... Produce le foglie intagliate, come di vite, ruvide, ampie, ferme, ed attaccate a robusti picciuoli: produce i frutti, senza fiorire, appresso al nascimento delle foglie ne i più estremi rami, differenti così di forma come di colore, imperochè alcuni sono come i peri, alcuni stiacciati come le cipolle, ed altri tra questi due mezani; ed alcuni sono bianchi, alcuni verdi, alcuni neri, altri porporei, altri gialli, altri rossicci, ed altri vergolati, porporei e bianchi.
Esempio: Maff. G. P. Vit. Confess. 2, 66: Nell'entrare vide alquanti giovanetti novizj, che nascostamente salivano sopra un fico ben alto a cogliere frutti, e mangiarne senza licenza.
Esempio: Soder. Tratt. Arb. 136: I fichi hanno nel mezzo le parti più secche, ed in cima pregne, e però in vetta di quelli che vanno all'insù si deono pigliar le sue marze.
Esempio: Vallisn. Op. 1, 460: Di questa istessa natura delle cimici degli agrumi è parimente quell'altra razza d'insetti, da' quali tanto malamente vengono infestate le piante de' fichi, e che da' contadini pidocchi de' fichi son detti.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 122: Eh! figuratevi Quant'esso è antico; C'erano i coniugi Prima del fico!
Definiz: § I. E chiamasi così anche il Frutto del fico. –
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 294: Morì.... di veleno, messo in fichi freschi li furno mandati.
Esempio: Cresc. Agric. volg. 227: Possonsi serbare i fichi verdi, ordinati in mele, in modo che non si tocchino insieme.
Esempio: Bocc. Laber. 64: De' quali ella faceva non altre corpacciate, che facciano di fichi, di ciriege o di poponi i villani.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 173: Costui era sopra un paniere di fichi, e dicea alla forese: O donna, ec.
Esempio: Montig. Dioscor. volg. 63: De' fichi cotti nel vino si fa impiastro, aggiuntovi assenzio.
Esempio: Domen. Plin. 462: Portò un giorno un fico fresco primaticcio, ch'era venuto di quel paese.
Esempio: Mattiol. Disc. 1, 311: E quantunque tutti i cibi autunnali diano a i campi poco nutrimento, i fichi nondimeno ne danno più de gli altri.
Esempio: Cecch. Masch. 2, 1: S'i' posso aver de' fichi primaticci, Perchè ho io a tor de' vendemmiali? (qui in locuz. figur.)
Esempio: Tass. Gerus. 16, 11: Nel tronco istesso e tra l'istessa foglia Sovra il nascente fico invecchia il fico.
Esempio: Magazzin. Coltiv. 50: Alla fine del mese [d'agosto], secondo che sarà corsa la stagione, si seccano i fichi, perchè nel principio sono più grossi e polputi.
Esempio: Ricett. fior. 277: Recipe.... trementina,... fichi grassi pastosi,... sevo di capra, ec.
Esempio: Red. Lett. 1, 34: Pretendendo che questi miei fichi non sieno da meno di quegli di cui fa menzione Teocrito, e che nascono in Egila.
Definiz: § II. E per il Legno del fico. –
Esempio: Bart. C. Archit. Albert. 43: Plinio scrive che il fico di Egitto si sotterra nelle acque, acciò che egli si secchi e diventi leggieri, chè da prima va al fondo.
Esempio: E Bart. C. Archit. Albert. 46: Nè dispregiavano [gli antichi] per far statue o pitture, lo albero, il gattice, il salicone, il carpino, il sorbo, il sambuco, ed il fico.
Definiz: § III. Fico, sia nel senso di Pianta, sia in quello di Frutto, riceve varj aggiunti che ne determinano la specie, come Albo fico albo, Brogiotto fico brogiotto, Castagnuolo fico castagnuolo, Cavaliere fico cavaliere, Corteccione fico corteccione, Dottato fico dottato, Verdino fico verdino, e simili, che si dichiarano ai loro luoghi. Talora si denomina dal paese, onde una data specie è originaria; e così dicesi Fico di Portogallo, una sorta di fico molto grosso e primaticcio, la buccia del quale in parte è paonazza cupa, e in parte verde scura; Fico napoletano, una sorta di fico dottato, ma un po' più grosso, e di buccia più verde, con la polpa pendente al rossigno. Talvolta prende il suo nome da qualche festività della stagione nella quale matura. Così chiamasi Fico San Piero o Sampiero, un Fico di buccia paonazza scura e di polpa rossa, del quale una specie matura nell'estate, e l'altra nell'autunno; Fico San Giovanni, una sorta di fico primaticcio; Fico Santa Maria, un fico settembrino, che ha la buccia giallastra e la polpa rossa; e va' discorrendo. Con l'aggiunto poi di Fiore fico fiore, designasi Qualsivoglia specie di fico primaticcio. –
Esempio: Malisp. Stor. fior. 198: Mandarono una loro galea co' loro ambasciadori a Ruggeri di Loria con quattro cofani pieni di fichi fiori, i quali chiamano palomboli.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 282: Essendo di settembre, ed avendo in un suo orto un bel fico castagnuolo, ec.
Esempio: Burch. Son. 1, 19: Fanno piacere al Papa i fichi peccioli.
Esempio: Med. L. Canz. ball. 5 t.: Parve a lui d'andare in cielo Per que' fichi bitontoni.
Esempio: Domen. Plin. 461: Il fico d'Ida rosseggia, grande quanto è una uliva, ma più tondo, e ha sapore di nespola. Quivi si chiama Alessandrino.
Esempio: E Domen. Plin. appr.: Sonci fichi bianchi e neri, che fanno due volte l'anno, e maturano con la mietitura e con la vendemia. Sonci i fichi serotini, c'hanno preso il nome dal cuoio duro; e alcuni fichi Calcidici, i quali fanno tre volte l'anno.
Esempio: Car. Comm. 32: Il fico San Piero,... sendo maggior de gli altri, e facendo due volte l'anno, serve ec.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 21: Quante mele francesche, Quanti fic'albi e fiori, Quante castagne mi cadder in seno, Prima ch'elle toccassero il terreno!
Esempio: Magazzin. Coltiv. 50: I veri e buoni fichi da seccare sono gli albi, i dottati, i lazzeri, badaloni, o bitontoni, e lardaiuoli, e verdoni.
Esempio: Fag. Rim. 6, 225: Or d'un fico brogiotto ei sale in vetta, E se ne fa una pancia tanto fatta.
Esempio: Trinc. Agric. 253: Vi sono però alcune specie di fichi asciutti e poco melosi, come sono gli albi, brogiotti neri, donicali.
Esempio: Lastr. Agric. 5, 190: Fichi primaticci Pasquali, San Giovanni,... San Piero, Napoletano, Gentile, ec.
Esempio: E Lastr. Agric. 191: Fichi settembrini. Albi,... Santa Maria, Brogiotto romano, San Piero,... Dottati, Brogiotti,... Corbolini,... Corteccioni, ec.
Definiz: § IV. Fico d'Egitto, o egizio, o di Faraone. Sorta di albero grandissimo, le cui foglie sono simili a quelle del moro, e i frutti come quelli del fico, salvochè nascono, non presso le foglie, ma sopra piccoli rami, raccolti insieme a modo di grappolo. Il legno di esso, non duro, ma amaro, e perciò non roso dai tarli, basta lunghissimamente, e gli Egiziani se ne servivano per far le casse de' morti. Dicesi anche Sicomoro, ed è la ficus sycomorus dei Botanici. –
Esempio: Sigol. Viagg. Sin. 15: Havvi [in Egitto] molti pedali di fichi di Faraone, i quali sono grossissimi e alti come querce, e questi fichi ne fanno l'anno sette volte, e ogni volta gli maturano. Le foglie sue sono piccolissime; e quando produce il frutto non lo fa tra le foglie, anzi fa fichi su per le ramora, e sono bianchi, non troppo grossi, e di buono sapore.
Esempio: Viagg. Terr. Sant. 280: Hanno una ragione di fichi, che si chiamano fichi di Faraone, che fanno otto volte l'anno.
Esempio: Domen. Plin. 412: In Egitto ancora sono molte sorti d'alberi, i quali non sono altrove; e fra gli altri, il fico per ciò chiamato egizio. L'albero è simile al moro nelle foglie, nella grandezza e nell'aspetto. Produce il frutto, non ne' rami, ma nel legno; e questo frutto è un dolcissimo fico, e senza granella dentro. È molto abondante; se non si graffia con ugna di ferro, non matura.
Definiz: § V. Fico d'India, o indiano. Albero grandissimo, e sempre verde, nativo dell'India, il quale si distende per vastissimi tratti di paese, propagandosi per mezzo di alcuni rami, che, in vece di levarsi in alto, si ripiegano, e scendendo a terra verticalmente vi si appigliano con le radici pendenti dalla loro estremità, ed ingrossano in altrettanti tronchi simili al primo. È la ficus indica dei Botanici. –
Esempio: Domen. Plin. 385: Della spina e del fico d'India.
Esempio: E Domen. Plin. appr.: Quivi (nell'India) è il fico il quale fa frutti molto piccoli: e sempre si pianta da sè stesso, perciochè fa i rami sì lunghi che si chinano in terra, e fra l'anno barbicano, e così fanno un cerchio di propagini intorno alla madre. Dentro a questa siepe stanno la state i pastori al fresco, perchè il luogo è ombroso e chiuso in modo di steccato. Ed è bella cosa a vederla o di sotto o di fuori, perchè pare una volta in botte. I rami di sopra vanno alti, e son tanti, che fanno una selva su 'l corpo della madre; il quale è tanto, che molti girano sessanta passi, e l'ombre cuoprono lo spazio d'un quarto di miglio: le foglie sono grandi come una rotella di quelle che portavano l'Amazone, e per questa cagione venendo a coprire il frutto non lo lascia crescere. Ed è raro, e non è maggiore ch'una fava; ma essendo per le foglie cotto dal sole, è di dolcissimo sapore, e degno della maraviglia di quello albero.
Esempio: Mattiol. Disc. 1, 310: Sono da i nostri [fichi] molto differenti gl'indiani, de i quali scrisse Teofrasto,... in questo modo. L'India produce l'albero del fico, il quale ogni anno manda fuori le radici da i rami, non da i nuovi, ma da i vecchi d'un anno, e più antichi. Dilungansi le sudette radici fino a terra, dove ficcandosi dentro, fanno all'intorno dell'albero come una siepe.... Le radici sudette si conoscono da i rami evidentissimamente, imperochè sono molte più bianche, torte e villose, e con due foglie solamente. L'albero poi nella parte più alta s'allarga con i rami lungamente al tondo, ed in così fatta larghezza, che ricuopre con l'ombra.... due stadj di paese.... Le foglie non sono minori de i piatti, ma i frutti non sono maggiori di ceci, ma simili a i fichi, e per questo chiamavano i Greci fico quest'albero. Fa pochissimi frutti rispetto alla sua notabile grandezza.
Definiz: § VI. Fico d'India o indiano, è altresì nome che si dà ad alcune specie di catti e di aloe, come, ad esempio, quelle dette dai Botanici cactus cochenillifer, cactus ficus indica, cactus opuntia, agave americana, e simili. –
Esempio: Mattiol. Disc. 1, 310: È da questo [fico d'India] differente l'altro fico indiano, che s'è portato a i nostri tempi dalle Indie occidentali, imperochè questo non ha nè nel tronco, nè ne i rami, nè nelle foglie, nè ne i frutti, somiglianza veruna con il sudetto. I frutti di questo chiamano gl'Indiani tune. La pianta de i quali crederei io che non sia altro che la opuntia di Plinio, così chiamata per nascere intorno a Opunte.... Sono le sue foglie così grosse, che eccedono la grossezza d'un pollice, per la più parte armate di lunghe ed acutissime spine, se bene in alcune, in luogo di spine, vi si vede alcuni piccioli nodi. Produce questa pianta i frutti in cima delle foglie, quasi simili a i fichi, ma più grossi, e coronati in cima d'un colore che nel verde porporeggia. La polpa loro è come ne' nostri, ma più rossa, di modo che imbratta le mani, come fanno le more, e però mangiandosene molti.... fanno l'orina rossa come sangue.
Esempio: Soder. Tratt. Arb. 36: Dalla foglia di sè stessa sola e fitta mezza in terra genera il fusto, crescendo foglia sopra foglia, e nel mezzo ingrossando si consolida e serra in tronco il fico d'India; la cui foglia, che dà frutto, foglia ed arbore insieme, sta perpetuamente verde come la palma, ma non resiste all'ingiuria del freddo ed agghiacciato, gelo, o neve.
Esempio: E Soder. Tratt. Arb. 60: Ne sono (degli arbori) ancora di quelli..... che fanno il frutto senz'altro fiore in mezzo alla foglia, come il fico d'India.
Definiz: § VII. Fico salvatico. Sorta di fico che nasce spontaneamente sulle mura, e i cui frutti per lo più non maturano; Caprifico. –
Esempio: Bart. C. Archit. Albert. 400: Disse colui, che il fico salvatico è uno ariete sordo contro le mura; nè è cosa da crederla, a dir quanto io abbia veduto pietre grandissime smosse e cavate de' luoghi loro per la forza e quasi per conio di una barbolina nata infra le congiunture.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 1, 87: I Romani chiamano il fico salvatico caprifico, e fanno conviti fuori della città alle gentildonne sotto a trabacche coperte di foglie di fico, e le fantesche girano qua e là ec.
Esempio: Targ. Viagg. 5, 349: Mi ricordo che dal tetto della tribuna (di una chiesa di Barga) usciva fuori una grossissima e ben rigogliosa pianta di fico salvatico, o caprifico, la quale colle sue barbe incastrate, a guisa di quelle dei capperi, dentro alla volta medesima, era per cagionarvi presto qualche rovina.
Definiz: § VIII. Fico, chiamasi per similit., e in modo basso, un Malore che viene intorno all'ano, e nelle parti sessuali, e che consiste in una Piccola escrescenza carnosa, prodotta da infiammazione de' vasi sanguigni. Dicesi anche Cresta. –
Esempio: Benciv. Aldobr.: Le ventose, che si pongono nelle cosce di fuori, sì son buone a malattia del fondamento, siccome a postema ed a fico, e ad altre malattie, che vengono nelle natiche.
Esempio: E Cur. malatt. volg.: Fico è detto carne che nasce intra due natiche e hae granella quasi come fico.
Esempio: Zibald. Andr. 103: Topazio è di giallo colore, ed è d'una maniera d'oriente,... e guarisce d'una malattia ch'ha nome fico.
Esempio: Niccol. Cost. Med. 77: Alli fichi, che appaiono per li membri, ponvi suso la polvere dell'alce, e sanali.
Definiz: § IX. Si estese a significare una malattia d'occhi, pur consistente in una Piccola escrescenza venuta sull'estremità della palpebra. –
Esempio: Span. Cur. Occh. volg. Z. 26: Formica è uno fico, cioè ciccione, che nasce nell'estremitadi de la palpebra.
Definiz: § X. E detto di un malore, pur consistente in una Escrescenza carnosa, che talora viene nella pianta del piede del cavallo. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 443: Avviene che alcuna volta il piè del cavallo si dannifica sotto l'unghia nel mezzo della pianta,... della qual lesione, quando l'unghia non si taglia dintorno come si dee, nasce dal tuello una superfluitade di carne, la quale soprasta la faccia della pianta a modo d'un bozzolo, e però volgarmente fico s'appella.
Definiz: § XI. Fico, figuratam. e familiarmente, e per lo più nel plur., usasi per Carezza; e dicesi più che altro a Quelle carezze che con eccesso di affetto si fanno ai bambini. Ma prende anche senso di Carezza stucchevole, o affettata, oppure di Atto lezioso, Smorfia, Smanceria, Svenevolezza, Scrupolo inopportuno e noioso, e simili. –
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 504: Staran piagnucolando, cioè gettando lagrimuzze, e facendo fichi.
Esempio: Fag. Comm. 5, 175: Come se fussero sposi d'una settimana; che fichi!
Esempio: E Fag. Comm. 388: Ah! vo' volet'esser di quei mariti babbacci che pretendono che la moglie stia sempre incantata a guardargli per morti, che faccia loro de' lezj, degli smiaci e de' fichi: scusatemi, voi a questo modo mostrerete d'aver poco giudizio.
Esempio: E Fag. Pros. 8: Se ne mostrò così fattamente bramosa, e ne fece tante smorfie, tanti lezj e tanti fichi, che quel nume, vedendola più capona e stucchevole quanto più in contrario colle ragioni cercava di persuaderla, ec.
Esempio: Saccent. Rim. 2, 220: Ed è con loro Giulia che si vagheggia il guardinfante, E fa de' fichi e delle smorfie tante.
Esempio: Nell. Iac. Amant. 1, 7: Ma veda, sig. Panfilo, chi sa ch'ella sia in casa, o veramente non sia occupata? Non vorrei esserle importuno. P.... Che importuno? La l'averà caro lei. V. Non so se io possa assicurarmene. P. Oh quanti fichi!
Definiz: § XII. Fico lesso, che anche scrivesi congiuntamente Ficolesso, dicesi figuratam. e familiarmente, e per un certo dispregio, di Persona, e più spesso di Donna, piena di fichi, di lezj, di svenevolezze, e che di tutto si faccia caso, o si dolga di ogni più lieve male fisico. E dicesi altresì di Persona di gracile salute, che perciò risenta danno, o turbamento, da ogni menoma cosa.
Definiz: § XIII. Fico secco, che scrivesi anche congiuntamente Ficosecco, dicesi il Fico che, sbucciato o no, intero, o aperto per lo lungo, è stato prosciugato al sole, e talora in forno, per mangiarlo, come frutta, nell'inverno. Serve anche, in ispecie presso il popolo, a far decozioni. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 261: Tutta volta son più digestibili [i dattili] de' fichi secchi, e più provocano l'orina.
Esempio: E Cresc. Agric. volg. 364: Contr'all'asma antica, per umor viscoso, si dia il vino, dove sia cotta senape e fichi secchi.
Esempio: Niccol. Cost. Med. Z. 182: Item, chi àe preso tossico o veleno, ossia ch'abia ferita tossicata, dagli a mangiare de le noci e de li fichi secchi, ec.
Esempio: Ricett. fior. 157: Fichi secchi grassi, datteri grassi an. nu. X.
Esempio: E Ricett. fior. 276: Fichi secchi grassi, lib. una.
Esempio: Lastr. Agric. 4, 172: Per fare i fichi secchi bianchi mondi, si prenderanno i soli fichi dottati, i quali è necessario che sieno ben maturi, ma non passi.
Esempio: E Lastr. Agric. 4, 173: I fichi secchi, di qualunque sorte sieno, non vogliono caldo di forno, ma in modo speciale i bianchi mondi, i quali devono prosciugarsi o seccarsi a forza di sole;... e quando mai succeda una continuazione di tempo umido, di modo che per liberargli da una corruzione abbisogni dar loro il forno, in tal caso, seccati che sieno, si metteranno da per sè, o fra gli altri fichi secchi ordinarj.
Definiz: § XIV. Figuratam., e in dispregio, dicesi familiarmente di Donna male andata, avvizzita, o di Fanciullo molto magro.
Definiz: § XV. E dicesi pure di Vestimento sgualcito e che paia vecchio, o che sia mal ridotto.
Definiz: § XVI. Trovasi usato come modo di rispondere altrui con dispetto, non volendo dirgli il nome vero di alcuna persona. –
Esempio: Fag. Rim. 3, 50: Interroga colui: chi t'ha ferito? Fico secco, ei risponde, e la man scuote.
Definiz: § XVII. D'un fico, usato a modo di aggiunto, e detto di persona rispetto alla propria professione, arte, e simili, è maniera dispregiativa che vale Da nulla, Di nessun pregio e valore. –
Esempio: Pucc. A. Guerr. Pis. 259: E ben sarebbe ragionier d'un fico Chi ben guardasse nelle cose scritte, S'e' non dicesse ch'egli è quel ch'i' dico.
Definiz: § XVIII. Cervello di fico; maniera dispregiativa, che vale Pochissima o Nessuna intelligenza, o giudizio. –
Esempio: Mont. Poes. Append. 62: L'avida Furberia, ministro antico, Ministro degno di cotal sovrano, Fa tutto, ed ella (la Sciocchezza regina), che ha cervel di fico, Ella stessa seconda quel marrano.
Definiz: § XIX. Un fico, o Un fico secco, posto avverbialm., e usato nelle locuzioni Non stimare un fico, Non valere un fico, Non importare o Non importarci un fico, e simili, vale Nulla, Niente affatto; ed è maniera familiare e dispregiativa. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. S. 52: Santo Bernardo si trovò con una giovane nel letto bella, e non ebbe tentazione, non se ne curò un fico.
Esempio: Bocc. Rim. 77: Che del mio lamentar non cura un fico.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 566: Fa' conto che ci è el popolo molto male contento, ma e' non ci è chi vaglia un fico.
Esempio: Bellinc. Rim. F. 1, 168: Questo imbriaco non gli stima un fico.
Esempio: Bern. Orl. 26, 62: E poi ti proverò quel ch'or ti dico, Che non ti stimo, e non ti prezzo un fico.
Esempio: Grazz. Rim. V. 295: Vi dico certo, ch'io Messer Donato non lo stimo un fico.
Esempio: Capor. Rim. 200: In questi casi perigliosi e forti, Senza il core, il polmon non vale un fico.
Esempio: Salvin. Pros. tosc. 1, 513: Guardatevi, per esempio, dal dire: questa cicalata non vale un fico; cattivo modo, da dismettersi.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 1, 74: Io sono un uomo che non vaglio un fico, Ed ho paura infin dell'ombra mia.
Esempio: Paolett. Oper. agr. 2, 358: Or queste cose, con tutte le vostre osservazioni e caraffe,... non vagliono un fico.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 13: E a me non me ne preme un fico secco.
Esempio: E Panant. Paret. 69: Si mise alle vedette, e orrende cose Credea scoprir, nè vide un fico secco.
Definiz: § XX. E Men d'un fico, Come i fichi a cena, e simili, pur coi verbi Curare men d'un fico o come i fichi a cena, Stimare men d'un fico o come i fichi a cena, e simili, valgono parimente Niente, Nulla. –
Esempio: Cavalc. Poes. 454: Onore e fama men cura ch'un fico.
Esempio: Pucc. A. Centil. 45, 69: El curava men d'un fico.
Esempio: Fag. Rim. 4, 315: Se per disgrazia c'è qualcun che intende, Si stima giusto come i fichi a cena, E in vece di salir sempre più scende.
Definiz: § XXI. Avere alcuno voglia de' fichi fiori, o Venirgli, voglia de' fichi fiori, vale proverbialm. Avere quegli, o Venirgli, voglia di cosa da piacer molto, da allettare i sensi, ovvero di cosa che ecceda la condizione o la facoltà di chi la desidera, o che poco gli convenga, e simili: riferito spesso a cose d'amore. –
Esempio: Varch. Suoc. 4,5: E' bisogna, secondo me, che sia una di queste due cose; o che costui sia qualche giovane leggiero, che abbia il cervello sopra la berretta, il quale l'abbia veduta, e gli sia venuto voglia de' fichi fiori; o che sia qualche rompicollo.
Esempio: Grazz. Pros. 257: O voi sete rincrescevole! naffe! gli è appunto stanotte il maggior caldo che sia stato quest'anno ancora, ed a voi per sorte è venuto voglia de' fichi fiori.
Esempio: Ambr. Furt. 1, 2: Un vecchio di sessanta anni ha preso per donna una giovane ch'a pena ne ha diciotto; parti ch'egli abbia avuto voglia de' fichi fiori?
Esempio: Salv. Granch. 1, 1: Oh e' mi venne ben voglia De' fichi fiori, quand'i' ebbi la fregola Di tornare a Firenze.
Esempio: Buonarr. Sat. 1: Mentre ognun par che levi alti i romori Del parentado di quel nostro amico, Ch'à avuto voglia sì de' fichi fiori, E lasciò 'l grano per beccar panico.
Esempio: Magal. Lett. 203: Mi prometto un merito non piccolo dall'aver questa voglia venutami de' fichi fiori portato all'A. S. la sodisfazione di vedere un'opera di Tiziano.
Definiz: § XXII. Cercare i fichi, o de' fichi, in vetta, vale proverbialm. Mettersi, per poco senno o prudenza, a cose difficili, o temerarie, o pericolose. –
Esempio: Giambull. B. Ciriff. Calv. 2, 425: Così vanno cercando fichi in vetta (male la stampa, fischi).
Esempio: Pulc. L. Morg. 22, 77: E tal, ch'ha il fico in man, ne cerca in vetta.
Esempio: Cecch. Corr. 3, 4: Voi Volete ire a cercar de' fichi in vetta (male la stampa, unta).
Esempio: E Cecch. Masch. 2, 1: Se mutaste Fantasia, e voleste andar cercando I fichi in vetta, io che ne posso fare?
Definiz: § XXIII. Conoscere le sorbe da' fichi, trovasi per Saper far distinzione da una cosa ad un'altra, Avere accorgimento, e simili. –
Esempio: Pucc. A. Centil. 66, 10: Deh conoscete le sorbe da' fichi, Voi che reggete.
Definiz: § XXIV. Dire il fico, fico, o Chiamare i fichi, fichi; vale proverbialm. Chiamar le cose coi nomi loro, cioè Qualificare persone e azioni secondo che meritano, senza alcun rispetto; e in senso più generico, Dire apertamente e semplicemente il proprio sentimento. –
Esempio: Adr. M. Demetr. Fal. 70: Nelle lettere è da osservare il proverbio, che s'usa: chiamare i fichi, fichi.
Esempio: Buonarr. Aion. 2, 103: S'usava allora uno stil di parlare, Che dicea 'l pane pane, e 'l fico fico.
Definiz: § XXV. Essere il fico dell'orto di alcuno, detto di persona, vale figuratam. e in modo basso, Essergli caro, bene affetto, sopra agli altri, Essere la persona prediletta da quello. –
Esempio: Buonarr. Tanc. 3, 13: L'è lo spasso e 'l trastullo di suo padre, L'era 'l fico dell'orto di sua madre.
Definiz: § XXVI. Far fico, vale in modo basso Dare in nulla, Aver mal esito o termine, e simili. –
Esempio: Salvin. Disc. 1, 354: Per un fico Cartagine fece fico; o per dirla più nobilmente colle parole del sopraccitato Molza, Il regno per un fico fu disperso Di Cartagine altera.
Esempio: E Salvin. Pros. tosc. 1, 517: Andò, non volle fare a senno de' fichi, che lo consigliavano a bene. Che ne avvenne? Ebbe la rotta, fece fico.
Definiz: § XXVII. L'ho conosciuto, fico, T'ho conosciuto fico, pure in modo basso, dicesi di persona, o a persona, che sia venuta in fortuna, e alla quale per averla noi conosciuta quand'era in umile condizione, neghiamo ogni ossequio o rispetto. Maniera nata dalla novelletta di quel contadino, che non voleva inginocchiarsi dinanzi a un Crocifisso, fatto del legno di un fico a lui noto.
Definiz: § XXVIII. Far le nozze co' fichi secchi. –
V. Nozze.
Definiz: § XXIX. Pigliare due rigogoli a un fico, vale proverbialm. Ingannare con un sol tiro, stratagemma, o allettamento, due o più persone; che comunemente dicesi Pigliar due colombi a una fava. –
Esempio: Pulc. Luc. Ciriff. Calv. 7, 57: E certa trappoletta hanno ordinata Da pigliar due rigogoli a un fico.
Definiz: § XXX. Riprender dattero per fico. –
V. Dattero, § III.
Definiz: § XXXI. Serbare salvare la pancia, o il corpo, o la trippa a' fichi, che anche trovasi Salvare, la pancia, e talora il corpo, o più bassamente la trippa, a' fichi, salvare la pancia, o il corpo, o la trippa a' fichivale Non metter la vita a pericolo, ma conservarla a' godimenti, a' diletti, anche a costo di mancare al proprio dovere; e in senso più largo, Procurar di vivere più lungamente che sia possibile. –
Esempio: Tasson. Secch. rap. 6, 45: E raggirarsi per que' campi aprichi, Cercando di salvar la pancia a i fichi.
Esempio: Bracciol. Schem. 19, 13: Con questa (e in questo dir scote una lancia) Si serba ai fichi, o cavalier, la pancia.
Esempio: Lipp. Malm. 3, 45: E perchè a' fichi il corpo serbar vuole, Prorompe in queste o simili parole.
Esempio: Not. Malm. 1, 274: A' fichi il corpo serbar vuole. Vuol veder di viver quanto ei può, e non mettersi a rischio d'essere ammazzato.
Esempio: Fag. Rim. 6, 223: Se intatta qui la pancia a' fichi serbo,... Perchè degg'io farmi bucar lo zirbo?
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 48: Il Pacchi ha un assioma dei più antichi, Noi vogliamo serbar la pancia ai fichi.
Esempio: Giust. Vers. 55: Tutti serbavano La trippa ai fichi.
Definiz: § XXXII. Stare in alcun luogo come i fichi, o pigiati come i fichi, dicesi familiarmente quando in un dato luogo conviene un numero di persone molto maggiore della capacità di quello, onde esse persone vi stanno quasi ammontate, e con gran disagio; tolta la similitudine dal modo col quale si accomodavo i fichi nei panieri, cioè a suolo a suolo, e l'uno accanto all'altro.
Definiz: § XXXIII. Star poco a rincalzare il fico, trovasi burlescamente per Star poco a morire, Essere alcuno vicino a morire: comunemente, Andar presto a rincalzare i cavoli. –
Esempio: Fag. Rim. 3, 150: Dunque è segno che son così attempati, Che poco stanno a rincalzare il fico.
Definiz: § XXXIV. Troppo alto sono i fichi; maniera che trovasi usata scherzevolmente per avvertire altrui della difficoltà di conseguire un dato intento, per la lunghezza del tempo che a ciò occorrerebbe. –
Esempio: Razz. Cecc. 1, 3: Di cosa nasce cosa; se mi dà pur tempo un anno, basta. L. Troppo alto sono i fichi.
Definiz: § XXXV. Quando il fico serba il fico, buon villan serba il panico; proverbio villereccio, che significa: Che il reggere dei fichi, sulla pianta all'appressarsi del verno è indizio di cattiva raccolta l'anno veniente, e che perciò è prudenza serbare il grano e gli altri cereali. –
Esempio: Car. Comm. 43: Che 'l fico.... predice la carestia; e con restare in su l'arboro ancora dopo cadute le foglie, apre la bocca, e grida a ciascuno che si fornisca, perchè il caro ne viene. Donde s'è fatto il motto che dice: quando il fico serba il fico, buon villan serba il panico.